Chris Cornell

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  1. Gli inizi
  2. Chris Cornell e i Temple of the Dog
  3. L’esplosione del Grunge
  4. Carriera solista
  5. Cornell incontra i Rage Against the Machine
  6. Periodo di transizione
  7. Il ritorno

Non avrei potuto che cominciare da Chris Cornell per inaugurare la sezione Musica, probabilmente il mio artista preferito, colui a cui devo la passione per la musica e per il canto.

Inutile che vi dica quanto mi abbia scioccato la notizia della sua scomparsa nel maggio del 2017, ma partiamo con ordine..

Gli inizi

Christopher John Boyle, nasce il 20 luglio 1964 e dopo una infanzia travagliata, che probabilmente ha avuto ripercussioni per tutta la sua vita, si ritrova ad avvicinarsi alla musica, suonando prima la batteria e una volta formati i Soundgarden inizia a suonare la chitarra.

Sale ben presto alla ribalta insieme ai suoi Soundgarden, di cui fanno parte anche Kim Thayil, Hiro Yamamoto e Matt Cameron, grazie al crescente successo del movimento grunge. Cornell si distingue per l’enorme potenza vocale, soprattutto nei primi anni di vita del gruppo.

Qui sopra vedete una foto di un giovane Cornell e la copertina dell’album Louder than Love.(fig.1 e fig.2)

Ciò che mi ha sempre colpito di Cornell, di cui ho letto anche la biografia, è la qualità interpretativa, non a livello di esecuzione tecnica quanto più di interpretazione emotiva. Si riusciva a percepire spesso l’insofferenza e il moto interiore, soprattutto nei brani più malinconici.

Chris Cornell e i Temple of the Dog

Da non sottovalutare anche la scomparsa del suo amico Andrew Wood, dovuta a overdose di eroina, a cui Cornell reagisce dedicandogli un tributo con il progetto Temple of the Dog, progetto a cui partecipano tra gli altri anche Matt Cameron, Eddie Vedder e Mike McCready (i futuri Pearl Jam).

L’esplosione del grunge

Ad inizio anni ’90, i Soundgarden sfornano due ottimi album, Badmotorfinger e Superunknown, entrambi famosissimi, in particolare quest’ultimo, da cui vi estraggo un paio di brani.

Il primo: Black Hole Sun. Il brano è probabilmente il più famoso della band di Seattle, e il brano riflette l’insofferenza per la falsità, l’ipocrisia, e tutto ciò che ne deriva. Nel ritornello viene invocato una sorta di buco nero che inghiottisca tutto, per ripulire l’umanità da questa negatività e sporcizia. Il video è molto divertente per l’immagine che propone ma anche molto indicativo di ciò che la canzone vuole esprimere.

Il secondo: Fell on Black Days. Questa canzone parla di tutti quei motivi, eventi o persone che finiscono per provocarti una delusione e uno sconforto tale da farti vedere tutto nero, e analizzando questi testi ci si accorge di quanto Cornell, in quegli anni, scrivesse in maniera molto autobiografica e che esprimesse anche in musica i suoi stati depressivi.

Successivamente a questi due album, ne pubblicano un quinto (dopo “Ultramega OK“, “Louder than Love“, “Badmotorfinger” e “Superunknown“) intitolato “Down on the Upside“.

L’album non ha lo stesso successo dei precedenti ma è comunque un signor album, a mio parere, dove i Soundgarden sperimentano anche l’uso di altri strumenti, tra cui mandolino, mandola e moog.

Chiaramente non mi voglio troppo dilungare nell’analisi degli album, soprattutto per il fatto che esistono articoli molto più esaustivi di questo e, in seconda battuta, perché vorrei soffermarmi sull’uomo e ciò che, almeno personalmente, mi ha lasciato attraverso le sue canzoni.

Carriera solista

Nel 1997 i Soundgarden si sciolgono, pare per divergenze artistiche, e Chris si dedica al suo primo album solista, “Euphoria Morning“.

L’album è, secondo me, un piccolo capolavoro, Cornell cambia genere e anche visione del mondo, almeno nei suoi testi, che hanno un’aria molto più positiva. Si sente aria di rinascita già dal primo singolo, “Can’t change me“, dove Chris rivendica il fatto che nessuno ci può cambiare se il cambiamento non è positivo per noi stessi, e di conseguenza il diritto di dire “Non puoi cambiarmi!”.

In Euphoria Morning vi è anche un pezzo dedicato allo scomparso Jeff Buckley, di cui Cornell era un profondo estimatore.

La carriera solista, poi andrà avanti anche negli anni successivi, fino alla sua scomparsa..

Nel 2000, nasce la prima figlia di Cornell, Lillian Jean Cornell.

Cornell incontra i Rage Against the Machine

Nel 2001 nascono gli Audioslave, proprio dall’incontro tra i Rage Against the Machine (Tom Morello, Brad Wilk e Tim Commerford) e lo stesso Cornell.

L’inizio di questa collaborazione, che qualcuno definisce un supergruppo, accostandoli addirittura ai Led Zeppelin (ogni tanto succede, vedere anche gli attuali Greta Van Fleet), porta all’album omonimo e al singolo Cochise.

Cornell sembra un uomo nuovo, molto lontano da quello che avevamo imparato a conoscere con i Soundgarden.

L’esordio è esplosivo (live al Letterman, qui sopra), Cornell è in piena forma e i compagni di avventura sempre perfetti. Del loro processo creativo viene detto che i brani siano stati scritti in maniera molto rapida e collegiale, lo stesso Chris Cornell espresse un giudizio superiore al lavoro compositivo rispetto a ciò che accadeva con i Soundgarden.

Cornell, durante i tre album con gli Audioslave (Audioslave, Out of Exile e Revelations), scriverà brani molto profondi, riflessivi e a tratti ispiratori di positività. Da sottolineare che Cornell ebbe vari problemi con alcool e droghe nel corso della carriera, e che durante il processo creativo dell’album di debutto decise di intraprendere un programma di riabilitazione.

Purtroppo questo è comune denominatore di molti artisti, nel passato e probabilmente anche nel presente, e l’unico motivo per cui ne faccio riferimento è per contestualizzare lo scenario che ha portato un grande artista a lasciarci così presto.

Nel 2004 sposa Vicky Karayiannis Cornell, e ha da lei altri 2 figli, Toni (2004) e Christopher Nicholas (2005).

Nel 2007 anche questa parentesi si chiude e Cornell torna alla sua attività da solista, dichiarando:

A causa di conflitti personali irrisolvibili e divergenze musicali, ho lasciato in modo permanente gli Audioslave, […] Era chiaro a tutti noi che avevamo bisogno di una pausa. […] Il mio distacco dal gruppo ha prodotto un periodo dove ho scritto in maniera assolutamente prolifica, rendendomi conto di quanto scrivere da solo mi soddisfi. […] Gli Audioslave sono stati una vera collaborazione fresca perché assomigliava molto a un gruppo giovane, dove si compone musica tutti insieme in una stanza. Ma la mia esperienza, in termini di songwriting e creazione musicale, non equivale a quella di un ragazzino di 19 anni in un gruppo rock. Per la mia soddisfazione in ambito musicale sento il bisogno di intraprendere un cammino da solo.

Periodo di transizione

Nel maggio del 2007 esce “Carry on“, secondo album solista, contenente “You know my name“.

Successivamente, Chris Cornell si ritrova in studio con Timbaland e sperimenta così nuove sonorità e genere, registrando “Scream“, personalmente l’album più sottotono.

Inoltre partecipa agli album di Slash e Carlos Santana, rispettivamente con i brani “Promise” e la cover “Whole lotta love“.

Il 1º gennaio 2010 annuncia sul suo sito ufficiale la riunione dei Soundgarden, con i quali tra l’altro ha registrato il brano “Live to Rise” contenuto nella colonna sonora del film The Avengers.

Il ritorno

Dopo 13 anni i Soundgarden tornano, e tornano forte, con una nuova attitudine, il marchio di fabbrica è sempre quello, ma loro sono più maturi, i testi rispecchiano questa nuova spinta creativa ma lo smalto è lo stesso e sfornano “Black Rain

Brano inedito per il videogioco Guitar Hero, verrà poi inserito in Telephantasm, compilation con i loro brani più famosi, “per scaldare i fan”.

Nel 2012 arriva “King Animal“, dove si ha la prova della nuova vena creativa, e concretizzano il ritorno.

Seguono vari tour, a sostegno del nuovo album, ma anche per celebrare i 20 anni da Badmotorfinger e Superunknown.

Il 18 settembre 2015 Chris Cornell pubblica il suo quarto e ultimo album Higher Truth. Un capolavoro.

Nel marzo 2017 Cornell pubblica una canzone per il filmThe Promise“. Il film tratta del genocidio armeno.

Chiudo questo lungo articolo, con “Higher Truth” in acustico, la dimensione che meglio racchiude ciò che Chris era diventato, un artista che cantava col cuore aperto, sia esso per esprimere felicità, gioia, amore o tristezza e depressione, profonda tristezza..

Manchi molto, Chris. Spero che tu abbia trovato la tua serenità, lassù.