Complottismo – cosa ne penso?

Prima di proseguire con la seconda parte della storia dei Litfiba, qui la prima parte, oggi parleremo di complottismo.

Perché?

Perché purtroppo in questo ultimo mese, forse complice il fatto di stare chiusi in casa giorni interi, non liberi di muoverci come vorremmo e spaventati dal dramma che ci sta travolgendo, sanitario ed economico, molte persone hanno prestato attenzione a racconti inesatti e teorie fantasiose.

Il tema più diffuso in questo momento, come è ovvio, è legato al Covid-19.

Ma innanzitutto cosa si intende per complottismo?

Il complottismo, almeno per come lo percepisco io, è tutta quella serie di notizie, testimonianze video, articoli, che complice il largo uso di internet, soprattutto sui social network ma non solo, vengono diffuse in maniera compulsiva, spesso senza verificare le fonti e l’attendibilità dell’autore, e al cui interno viene ipotizzato che ci siano cose nascoste e spesso interessi per lo più economici, o di potere.

Penso ad esempi come il video su l’Avigan, o della creazione del Covid-19 in laboratorio, o delle influenze negative del 5G.

Personalmente non mi cimenterò nella disanima di tali notizie, trovo che ci siano siti che svolgono già molto bene questo “lavoro”, come Butac o Bufale.net.

E soprattutto preferisco impiegare questo periodo particolare a incrementare le mie conoscenze tecniche piuttosto che spendere tanto tempo a fare ricerche che, onestamente, nessuna di quelle persone attirate da quel tipo di notizie andrà mai a leggere con attenzione.

Trovo però interessante parlare del risvolto sociale che questo tipo di informazione rivela.

La diffusione di internet ha esposto tutti noi ad una grande mole di notizie e informazioni, spesso non filtrate, che richiedono inevitabilmente un filtro da parte nostra per essere comprese ed interpretate.

Ed è qui lo snodo principale della storia.

Io non ritengo, personalmente, che tutte le teorie del complottismo siano per forza errate o false ma che spesso contengano informazioni così complesse che non possono avere un’esposizione semplice e che, per questo motivo, non devono essere diffuse con leggerezza e filtrate da una opinione personale, se non motivata da particolari competenze nel campo di cui si va a parlare.

Esempio: se io non ho competenze scientifiche nel campo della medicina, o anche se le dovessi avere, non mi devo permettere di fare un video (o un articolo) e pubblicarlo sui social network con una opinione personale senza averne prima discusso con altri esperti in privata sede. Perché?

Perché questa non si chiama libertà di espressione, si chiama incoscienza.

Questo perché, in un campo delicatissimo come la medicina non ci si può permettere di essere approssimativi. E lasciare che persone senza competenze adeguate legga una notizia non verificata, o non certa, e la diffonda con un ulteriore filtro personale e così via.

Perché questo è esattamente il metodo col quale si creano le fake news.

Perché è interessante a livello sociale?

È interessante a livello sociale perché indica chiaramente il nostro approccio semplicistico verso materie complesse, che ci porta a dare opinioni su qualsiasi tipo di episodio o avvenimento. Sotto il mito della libertà di espressione.

Ecco perché la classe politica negli ultimi venti/trenta anni si è specializzata a parlare alla pancia dell’elettore.

Non leggiamo più, non studiamo più, abbiamo sempre più difficoltà ad apprendere un testo scritto, a capirne il contenuto.

Ci troviamo di fronte a migliaia di opinioni contrastanti l’una con l’altra, su ogni tipo di argomento.

E poi finisce che a seconda della nostra propria sensibilità personale preferiamo credere all’opinione più vicina ad essa, senza preoccuparci di verificare quale sia la fonte, e cosa abbia portato a generare quella opinione a chi scrive/parla di quel argomento.

In definitiva ognuno di noi è un po’ complottista e un po’ conservatore, a seconda della propria sensibilità, e anche a seconda del proprio percorso di vita.

Quindi sì, esisteranno sempre cose non dette, non spiegate, interessi economici o di potere.

La storia dell’essere umano è piena di interessi economici e di potere, di prove di fede o di profondo cinismo ma l’unico vero modo di sentirci liberi non è di influenzare il prossimo con opinioni personali. Ma solo di affinare ognuno di noi il nostro spirito critico e di andare a verificare con i fatti ciò che ci accade. Leggere di più, studiare di più, alzare di più le nostre capacità sugli argomenti.

Conclusione

Io stesso mi rendo conto di quanto sia ironico questo mio articolo visto il titolo che ho deciso di dare al mio blog.

Avere opinioni personali trovo sia giusto e inevitabile, ma non spacciarle come dogmi o come illuminanti, credo sia molto più costruttivo uno scambio che crei un dibattito, anche laddove non si arrivi ad una conclusione, purché si utilizzino fonti e fatti tali da creare strumenti comuni ad ogni interlocutore.

È per questo che invito ogni visitatore di questo blog, che abbia apprezzato i miei contenuti, ad iscriversi al blog stesso per poter commentare e alimentare il dibattito, portare opinioni che possano migliorare me, il blog stesso e lo renda vivo.

Grazie ancora per la vostra attenzione all’articolo e se vi è piaciuto condividetelo per cercare di ampliare la nostra community.

Al prossimo articolo, ciao!