Responsabilità sociale

Con questo articolo andrò a toccare un argomento un po’ delicato, la responsabilità sociale.

Vado ad aprire con il discorso di Conte, concluso pochi minuti fa:

Partiamo col definire meglio cosa significa responsabilità, su wikipedia ho trovato una definizione che io mi sento di sposare a pieno, ovvero:

“rispondere, a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano”.

Questo tipo di definizione ha molto a che vedere, principalmente, con una responsabilità morale, ed è proprio da qui che vorrei partire con questa riflessione.

Nessuno, o quasi, ha difficoltà a comportarsi in maniera responsabile di fronte a regole come possono essere il codice della strada, o il codice civile. Anche se quel “quasi” è d’obbligo.

Ciò che abbiamo assistito negli ultimi giorni, è un valido esempio della difficoltà di agire, in maniera responsabile, in una situazione di costante evoluzione dei fatti e cambiamento, lo abbiamo visto da parte dei politici, dei cronisti, delle autorità italiane, europee ma anche mondiali, e lo abbiamo visto soprattutto da parte dei cittadini, da parte della popolazione.

A proposito di questo argomento vi invito a guardare questo video, io l’ho trovato interessante e tocca qualche punto utile alla nostra riflessione.


Il rischio di un comportamento irresponsabile

simulazione

Qui sopra ho riportato un grafico simulato che riporta come linea blu i contagiati (in terapia intensiva) aggiornati a ieri 20/03, come linea nera il totale dei posti di terapia intensiva in Italia, intorno ai 5000, per dati più precisi vi invito a guardare qui, e come linea rossa una simulazione (come ipotizzato nel video di Dario Bressanini) del rischio che correremmo se si verificasse un picco troppo rapido di contagi e di conseguenza un picco di persone che necessitano di terapia intensiva.

Non sono certo ad ergermi come esempio, vorrei solo che riflettessimo assieme su come abbiamo reagito finora a questa pandemia e ne traessimo qualche conclusione, ognuno per sé, possibilmente cercando di migliorarci a livello individuale e come comunità.


Responsabilità Sociale: analizziamo ora i fatti.

Cosa mi ha spinto a scrivere questo articolo incentrato sulla responsabilità?

Sostanzialmente due comportamenti molto diffusi in questo ultimo mese, ma in particolare nelle ultime due settimane.

Il primo episodio è stato lo spettacolo indecoroso del “fuggi fuggi” dalla stazione di Milano verso le altre regioni, accaduto a cavallo dei primi giorni di emergenza in Lombardia e successivamente dopo il DPCM del 9 marzo denominato anche “Io resto a casa”.

Il secondo episodio è riassumibile con l’insofferenza estesa a restare chiusi in casa ed uscire solo per necessità certificate, quali il recarsi sul posto di lavoro, su cui ci sono opinioni controverse su quali attività dovrebbero restare aperte e in che condizioni di sicurezza alcuni lavoratori si trovano, o recarsi in farmacia o al supermercato.

L’insofferenza si è espressa principalmente sui social network, ma anche nell’unico luogo in cui le persone venivano a contatto, ovvero nei supermercati.

Qui di seguito le parole di Umberto Galimberti, che riflette sui comportamenti in questo momento di crisi.

Alla luce delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Conte, con il quale ho aperto l’articolo, vedremo ulteriormente una stretta sulle attività lavorative aperte.

Questo avrà inevitabilmente ripercussioni sull’economia del nostro paese, ma dobbiamo renderci conto che i primi responsabili di questa situazione siamo stati noi.

Con la speranza che la guerra con questo nemico invisibile si concluda al più presto mi congedo e spero di aver contribuito, anche in piccolo, a far riflettere quante più persone sull’importanza di contribuire rispettando i sacrifici che ci vengono chiesti, momentaneamente, alla nostra libertà.

Per un bene comune.

Ciao!